La Sartiglia: Ieri e Oggi



Ieri

L’organizzazione della Sartiglia era compito esclusivo dei due Gremi. Il Gremio di San Giuseppe (dei Falegnami), non disponendo di altri proventi per sostenere le spese della Sartiglia, faceva questua chiedendo un contributo ai cittadini. Il Gremio di San Giovanni (dei Contadini) non questuava, avendo i proventi del lascito del canonico Dessì.

Stabilite le "cariche di campo", i prescelti come Componidori e Segundu Cumpoi invitavano in segreto i cavalieri che avrebbero dovuto partecipare alla Sartiglia. Provenivano da Ghilarza, Santulussurgiu, Seneghe, Paulilatino, Sedilo, Solarussa, Milis, Cabras, Palmas, ecc.

Il nome de su Componidori e de su Segundu Cumpoi e dell’aiutante di campo, su Terzu, erano tenuti assolutamente segreti e nessuno, all’infuori degli invitati e dei cavalieri, li conosceva.

Il giorno della Sartiglia, al mattino, quattro cavalieri in abiti borghesi raggiungevano a piedi, in modo molto discreto, la casa del presidente del Gremio. Uno dei quattro, il prescelto veniva vestito da Componidori alla sola presenza dei familiari e dei componenti del Gremio. Nessuno, al di fuori dei presenti alla manifestazione, sapeva chi si sarebbe celato dietro la maschera de su Componidori. La cerimonia della vestizione si svolgeva nel silenzio assoluto, in un clima di sacralità.

Intanto, davanti alla casa del presidente, confluivano tutti i cavalieri, mascherati, ad attendere che uscisse su Componidori; i tamburini, per abituare i cavalli al suono dei tamburi, iniziavano a rullare molto lievemente e li avvicinavano alle loro narici per rassicurarli.

 

Terminata la vestizione, Su Componidori montava a cavallo senza poggiare i piedi per terra, direttamente dal tavolo sul quale era stato vestito e usciva dalla casa del presidente riversandosi all’indietro sul cavallo.

Se l’uscio non era sufficientemente ampio, veniva portato a braccia fuori dalla casa e messo in groppa sempre senza toccare terra. Questi i gesti che aprivano e aprono ufficialmente la giostra equestre.

Riportiamo di seguito una cronaca del 1864, che dipinge i preparativi, la corsa alla stella e le pariglie.

« Al pomeriggio della Domenica e del Martedì della Sartiglia, un tamburo batte a raccolta per tutta la città. A questo segno, quelli che vogliono assistere alla corsa, si radunano in casa degli obrieri, dalla quale partono insieme al Componidore e agli altri cavalieri. Il corteo è preceduto dal tamburo, che fa le veci di banda musicale: entra in città per Porta Mari e, attraversata la contrada dove un tempo esisteva il palazzo di Eleonora d’Arborea, si ferma nella Piazza Cattedrale, luogo scelto per le corse da un cordone teso fra l’inferriata di quella che un tempo fu la prigione dei preti e una casa di dirimpetto, pende una piccola stella d’argento, forata nel mezzo tanto da penetrarvi la punta di una spada.

Un rullo di tamburi da inizio alla Sartiglia: il Componidore e il Sotto Componidore, provenendo da punti opposti e armati di spada, s’incontrano per tre volte; la prima si salutano, le altre due incrociano le spade in segno di sfida.

Il Componidore, spronando il destriero, va a fare la prima corsa con la spada. Il tamburo batte un rullo prolungato. Il Componidore, disteso quasi coricato sul cavallo, si rialza solo nel momento del colpo alla stella. Fino allora le centinai di spettatori sono rimasti in silenzio; solo dopo il colpo alla stella scoppiano in applausi o risate.

Il sotto Componidore fa la sua corsa, cercando di emulare o far meglio di chi l’ha preceduto. Messe da parte le spade, i due antagonisti si sfidano con la lancia, cercando di superarsi a vicenda.

Terminata la sfida tra i due capi, viene concesso di gareggiare agli altri cavalieri: se ne vedono allora certi che, convinti di centrar la stella ma troppo preoccupati di stare in arcione, infilzano solo l’aria; altri abili cavallerizzi, fanno invece bellissimi colpi, acclamati dalla folla.

Quando tutti i cavalieri hanno corso alla stella, o comunque quando lo ritiene il Componidore, egli va avanti con un mazzo di Pruninca (pervinca)e fiori, prima al passo salutando e ringraziando il pubblico, quindi più veloce e a tutta corsa, lanciando quei fiori sulla folla, a simboleggiare la pace ristabilita e l’allegria dopo quei giorni di guerra.

Quindi, col tamburo che li precede, tutti i cavalieri raggiungono il sobborgo per fare le corse a "S’impressada": corrono abbracciati a gruppi di tre, quattro o cinque; uno coricato sul cavallo dell’altro, uno abbracciato all’altro.

Finite le corse, tutti accompagnano il Componidore alla svestizione e fanno festa dagli obrieri.

Ecco come si svolge la Sartiglia di Oristano, ma le mie parole non possono esprimere il brio, l’effetto e la bellezza di questa festa».