Il Torneo



Accompagnati dal frenetico rullio dei tamburi, uno alla volta, i cavalieri designati si lanciano al galoppo verso la stella.

La prova è difficile. Molti sbagliano, tra il disappunto degli spettatori. Ma quando qualcuno riesce a infilzare l’ambio bersaglio, l’ovazione festosa che si leva dalla folla risuona per tutta la città: ogni stella centrata, oltre che una prova di maestria del cavaliere, è un auspicio di un anno di benessere per la popolazione.

L’ultimo tentativo spetterà a su Componidori, che questa volta tenterà la prova con un pesante stocco di legno anziché con la spada. Poi chiuderà la giostra stando riverso sulla schiena del cavallo e benedicendo la folla con la Pippia ‘e Maiu, mentre i cavalieri cominciano a dirigersi in un viale "fuori le mura", dove si correranno le corse a pariglia.

Che cosa sia il cavallo per tutti i partecipanti alla Sartiglia lo dimostra la corsa delle Pariglie in via Mazzini.



Le pariglie partono dall’arco posto all’uscita de Su Brocciu; la prima è quella de su Componitori, che percorre al galoppo, senza alcuna esibizione acrobatica, tutta la via Mazzini per arrivare in piazza Mariano, dove termina il percorso riservato alle esibizioni delle pariglie.

Qui è concesso ai cavalieri qualunque spericolato e acrobatico esercizio sulla groppa dei cavalli al galoppo.

La folla partecipa con applausi e urla di entusiasmo.

Le corse a Pariglie sono prove d’eleganza e di destrezza. I cavalieri si esibiscono in via Mazzini con volteggi e figure su tre cavalli affiancati e messi al galoppo: stando in piedi sulla sella, gettano all’aria gli indumenti o agitano gagliardetti colorati con effetti pittoreschi e diversi.

Qui i cavalli danno prova di disciplina e di regolarità: galoppano al ritmo giusto, ben affiancati, senza mai scartare, come se sentissero la responsabilità del momento e si rendessero conto dei pericoli che corrono i cavalieri.

Lo squillo delle trombe e il rullio dei tamburi annunziano l’avanzare di tre cavalieri stretti compatti.

In un attimo sono al galoppo.

Quello mediano balza sulla sella, si issa sulle spalle del compagno, si irrigidisce e fa il ponte; per oltre duecento metri passa al galoppo con il fiato sospeso tra due ali di folla.

Realizzare le acrobazie cavalcando in piedi sulla sella, con sicurezza quasi incosciente data l’alta velocità dei cavalli richiede anni di allenamento e una grande dedizione alla Sartiglia.

Cavalieri e cavalli diventano tutt’uno. Si armonizzano e si stimano reciprocamente, in un rapporto che difficilmente verrà spezzato. L’istinto li lega indissolubilmente, prova dopo prova, difficoltà dopo difficoltà.

Alla fine una solida fiducia si instaura tra l’animale e l’uomo diventando via via fortissima e a prova di rischio.

Per una strana alchimia l’uomo e l’animale sono partecipi della medesima natura usano lo stesso linguaggio:

fiducia, velocità, equilibrio, potenza.

Su Componidori non può esibirsi in acrobazie fini a se stesse che hanno come unico scopo lo spettacolo.

Lui, all’imbrunire, ne decreterà la fine passando ancora al galoppo fra la folla benedicendola per l’ultima volta col suo scettro fiorito.