Il Vocabolario della Sartiglia
Alberi: di importanza fondamentale gli insostituibili olmi di sa ruga de Santa Maria (via Vittorio Emanuele), utilizzati come sostegno per il nastro verde che regge la stella. Sparuti alberi lungo il percorso fungono da tribuna per temerari ragazzi alla ricerca della migliore visuale.
Apparigliare: esercitare i cavalli a procedere affiancati nei percorsi classici della Sartiglia rimanendo in gruppi compatti solitamente di tre. Richiede un lungo allenamento, anche di mesi, per abituare i cavalli al fondo stradale, al traffico cittadino e alla folla.
Arremada: anche Arramada: più noto come remada. Termine di derivazione spagnola per indicare il cospargimento di fiori lungo il percorso delle processioni. Su Componidori effettua s'Arremada disteso sulla schiena durante la corsa di chiusura della Sartiglia nel gesto benedicente di cospargere i fiori mediante sa Pippia de Maiu.
Autorità: il Componidori è l'autorità assoluta cui spettano tutte le decisioni inerenti lo svolgimento della Sartiglia. Le altre autorità hanno una tribuna riservata.
Banchetto: è il momento di maggiore aggregazione dopo le cerimonie conclusive nell'ambito della Sartiglia. Il più importante viene effettuato a chiusura della manifestazione. Negli ultimi anni la presenza sempre maggiore delle donne e di persone non strettamente legate alla corsa ha ridimensionato notevolmente il clima euforico e pirotecnico di brindisi, cori, rulli di tamburi, squilli di tromba, battibecchi e sfottò.
Banditore: figura della tradizione popolare addetta alla lettura pubblica dei bandi. Le mattine dell'ultima Domenica e del Martedì di carnevale un banditore a cavallo, accompagnato da trombettieri e tamburini, passa per le vie cittadine del centro e, tramite lettura di una pergamena, comunica l'indizione di una «laudabile giostra ovvero Sartilla, tra donnos, donnicellos, lieros e mannos homines».
Bardatura: la bardatura dei cavalli della Sartiglia, costituita dal solito equipaggiamento equestre, viene arricchita dalle rosette. Prima della corsa, affinché vengano strettamente osservati i canonici estetici tradizionali, le pariglie dei cavalieri sono sottoposte a una rigorosa selezione della bardatura.
Benedizione: viene effettuata dal Componidori in diversi momenti della manifestazione. Dopo la vestizione, durante la sfilata e in particolare al termine delle corse con s'Arremada, quando in posizione supina sul cavallo egli disegna nell'aria il simbolo della croce con sa Pippia de Maiu.
Brocciu: termine che indica un portico, riferito in particolare a quello situato di fronte alla chiesa di San Sebastiano in piazza Roma da dove partono le pariglie.
Brugu: termine che sta a significare borgo, riferito alla zona esterna alle mura della città. Viene identificato con il quartiere di Sant'Efisio, sede indiscussa delle tradizioni riferite alla Sartiglia. Qui hanno sede i Gremi e vi abitano generazioni di cavalieri. Durante le celebrazioni carnevalesche si corre la tradizionale Sartill'e Canna.
Camelia: una camelia rossa viene puntata sul petto del Componidori al termine della vestizione dalle Massaieddas guidate da sa Massaia Manna.
Camisa: candida e lunga camicia in lino .indossata dal Componidori sotto su cojettu. Alle maniche sbuffate vengono legati due fiocchi di seta del colore del Gremio.
Candelora: l'investitura ufficiale de su Componidori avviene il 2 febbraio, giorno della Candelora. I due Majorali dei Gremi fanno omaggio del tradizionale cero infiocchettato ai cavalieri prescelti, uno per la corsa della Domenica e uno per quella del Martedì.
Cavalieri: abilissimi e rinomati anche oltremare per la loro destrezza, riuniti in associazione da diversi anni, devono, ormai per statuto, essere esclusivamente oristanesi. Alcuni hanno fatto carriera in campo equestre, ma la maggior parte rimane legata a Oristano e alla sua corsa. Alcuni di loro mantengono un posto memorabile nella storia di Oristano, come il vecchietto con la barba che faceva lo spogliarello in piedi sul cavallo reggendosi le briglie con i denti. I più noti portano soprannomi diventati ormai parte della tradizione oristanese: Melanzana, Ciccetto, Nespolo, Spaghittu, Diddone, Massimo Murtas?
Cavallo: a Oristano la sua fama è legata alla Sartiglia, per mezzo della quale ha rafforzato la propria dignità, conquistando rispetto e attenzione. I cavalli della razza anglo - araba - sarda sono i più richiesti dai cavalieri che sono disposti a grossi sacrifici pur di avere in prestito i migliori esemplari in gradi di lanciarsi in spericolate ed eleganti discese alla stella, con grande preoccupazione dei proprietari.
Cilindro: accessorio di uso spagnolo che in Sardegna le giovani spose indossavano come copricapo il giorno del matrimonio. Con la maschera e la mantiglia completa l'abbigliamento de su Componidori il quale acquista così dignità androgina.
Cojettu: derivazione da collettu. Giaccone di pelle che copre dalle spalle alle ginocchia, senza maniche. Fa parte del vestiario indossato dal Componidori assieme a pantaloni aderenti color miele, cinturone di pelle, stivaloni neri, sa camisa, la mantiglia e il cilindro.
Componidori: viene detto anche Compoidori o Cumponidori. Il termine deriva dallo spagnolo Componedor, guida, maestro di campo. Figura misteriosa e affascinante, ambigua e allo stesso tempo controversa, è il capo supremo della corsa, colui che corre per primo, giudica e decide chi avrà l'onore di correre alla stella. Investito da un'aura regale, il Componidori assume un aspetto sacrale durante la vestizione: d'ora in poi, fino alla svestizione, non potrà più toccare terra. Da essere umano egli ha assunto una carica che ha potere divino e potrà anche impartire la benedizione. Alcuni decenni fa egli aveva potere anche sulle forza dell'ordine. Termine degradato: capo-corsa.
Coricamento: atto del Componidori supino sul dorso del proprio cavallo durante l'uscita dalla sala della vestizione per evitare lo stipite della porta, durante la corsa per dimostrare la propria abilità, sollevandosi solo all'ultimo momento prima di infilzare la stella, e poi durante la benedizione con s'Arremada.
Corteo: prende forma e vita nei pressi del luogo della vestizione, procedendo normalmente lungo la via Cagliari per l'ingresso a su Pottu e poi lungo il percorso della Sartiglia. Alla grande sfilata di trombettieri tamburini componenti del Gremio e più di cento cavalieri mascherati si uniscono masse crescenti di personaggi in costume di Oristano.
Curva di San Francesco: tratto di strada di fronte alla chiesa di San Francesco da cui inizia la via Sant'Antonio. È il punto più pericoloso del percorso, luogo in cui si dimostra tutta la bravura del cavaliere nel riuscire a mantenere nella giusta posizione il cavallo lanciato nella corsa sfrenata, onde evitare l'impatto con le balle di fieno poste a protezione lungo il muro antistante la chiesa. Gli spettatori più coraggiosi e sadici si siedono lungo le scalinate di San Francesco.
Discesa: definisce la corsa del cavaliere al galoppo nel tentativo di infilzare la stella percorrendo il tratto di strada che va dalla Piazza Manno, prosegue lungo la via Vittorio Emanuele e si conclude nella via Sant' Antonio. È un termine usato anche per la corsa alle pariglie.
Domenica: la Sartiglia del Gremio dei Contadini (San Giovanni) si corre nell'ultima Domenica di carnevale.
Duomo: Cattedrale di Oristano intitolata a S. Maria Assunta -Sa seu de Santa Maria- con grande campanile poligonale del XIV secolo. Risalente al 1228 nel suo impianto più antico, la chiesa è stata ricostruita completamente nel 1700. Alla fine degli anni '80 il vecchio terrapieno antistante il Duomo è stato restaurato per lasciare spazio ad ampie scalinate che durante la Sartiglia ospitano invadenti tribune metalliche.
Evoluzioni: la destrezza e la spericolatezza dei cavalieri della Sartiglia viene esaltata dalle evoluzioni della corsa alle pariglie. Da su Brocciu, a gruppi di tre, i cavalieri spronano al galoppo i potenti purosangue sui quali compiranno figurazioni sempre più complicate e pericolose: "due su tre" e "tre su tre", con tre cavalieri in piedi talvolta con quelli esterni rivolti indietro, e la figura detta "ponte" con il cavaliere centrale disteso in orizzontale sulle spalle degli altri due.
Facciõa: termine sardo per la maschera. Le maschere usate dai cavalieri della Sartiglia devono essere di foggia seria conforme alla tradizione e non possono essere rimosse se non dopo la svestizione de su Componidori.
La maschera de su Componidori non potrà essere imitata (art. 13 del Regolamento della Sartiglia del 1990)
Folla: la folla che segue la Sartiglia si divide in tre categorie:
Parenti dei sartiglianti e persone vicine al Gremio, che per tutto l'anno, nel corso delle manifestazioni legate alla Sartiglia, seguono con partecipazione e trepidazione lo sviluppo degli eventi. Hanno autorizzazioni per l'accesso ai luoghi riservati e seguono tutte le fasi della corsa dalle tribune, in posizione privilegiata;
Amici dei parenti, oristanesi di nascita, amanti e studiosi delle tradizioni, appassionati delle corse equestri. Fanno di tutto per avere accesso ai luoghi riservati agli invitati e durante la corsa vanno a caccia di posizioni privilegiate nelle tribune o su balconi e finestre degli edifici che si affacciano sul percorso;
Oristanesi d'adozione, curiosi, turisti, spettatori occasionali. Rappresentano la folla che segue la Sartiglia in piedi, da postazioni estemporanee e non di rilievo. Punti di maggior concentrazione sono la salita di via Eleonora per la corsa alla stella e l'inizio di via Semestre per la corsa a pariglie. I più fortunati trovano sistemazione negli spazi tra due tribune o dietro i rappresentanti delle forze dell'ordine.
Giostra: anche torneo. Termine che indica le antiche sfide cavalleresche del medioevo e con il quale s'indica l'intera manifestazione della Sartiglia comprendente la giostra equestre della corsa alle pariglie.
Gremi: corporazioni, associazioni, nate nel periodo medievale tra persone esercitanti la stessa arte o mestiere per custodirne i segreti. Al Gremio di San Giovanni (dei Contadini), con statuto risalente almeno al 1700, spetta di organizzare la Sartiglia dell'ultima Domenica di carnevale. Al Gremio di San Giuseppe (Falegnami), con statuto documentato già nel 1693, spetta l'organizzazione della Sartiglia dell'ultimo Martedì di Carnevale. Nei tempi passati i Gremi mettevano a disposizione i fondi necessari per lo svolgimento e l'organizzazione della Sartiglia in tutti i suoi aspetti. Oggi restano i depositari della tradizione e detengono il potere d'investitura del Componidori. Altri enti attendono di sostituirsi ai Gremi.
Incrocio: saluto cavalleresco tra su Componidori e su Segundu che, per tre volte sotto la stella, all'apertura del torneo, fanno toccare le proprie spade. Con questo atto inizia la giostra equestre.
Infilzare la stella: anche infilare, cogliere. Atto con il quale i cavalieri realizzano uno degli scopi della giostra, centrando con la spada o su stoccu il foro della stella. Secondo la tradizione esiste un proporzionalità diretta tra numero di stelle infilzate e abbondanza del raccolto. I dati ISTAT relativi ai raccolti degli ultimi anni hanno avvalorato questa tesi.
Investitura: nel giorno della Candelora, il giovane di Oristano che a giudizio dei Gremi avrà dimostrato maggiore destrezza con il cavallo, meriterà l'investitura ufficiale di Componidori. Prima di quella data, nel tentativo di influenzare l'esito della scelta, cavalieri più ambiziosi e scaltri si saranno già mossi all'oscuro e con discrezione. L'inevitabile fuga di notizie renderà manifesta una cocente delusione per la mancata investitura.
Inviti: di varia natura, costituiscono un mistero della Sartiglia. Non si conoscono infatti metodi e criteri che portano alla scelta degli invitati alla vestizione, a un posto in tribuna, al banchetto finale. Ben più popolare, con libero accesso, l'invito a base di vernaccia e amaretti che, dopo la svestizione, aiuta a rasserenare gli animi delusi.
Lizza: percorso transennato e cosparso di sabbia, situato nelle vie Vittorio Emanuele e Mazzini, lungo le quali si svolge la corsa. Termine degradato: pista.
Mantiglia: velo bianco ricamato che, piegato a triangolo, con i lembi cadenti sul davanti e fermati sotto il mento da un fermaglio d'oro, ricopre il capo de su Componidori.
Martedì: la Sartiglia del Gremio dei Falegnami (San Giuseppe) si corre nell'ultimo Martedì di carnevale, Martedì Grasso.
Maschera Maba: letteralmente maschera brutta. Mascheras mabas: ironici cavalieri, talvolta un po' alticci che, travestiti da donna o con altri bizzarri costumi, in groppa a scalcinati cavalli o addirittura asini, seguivano la sfilata tra i lazzi e gli sberleffi della folla, dissacrando così l'austero cerimoniale della Sartiglia. Abolite nel 1983 per volere superiore.
Massaia Manna: moglie del presidente del Gremio di San Giovanni o donna incaricata di sovrintendere alla vestizione e che guida l'operato delle Massaieddas.
Massaieddas: anche Messaieddas. Ragazze addette alla vestizione, scelte tra le figlie dei componenti del Gremio o appartenenti alla famiglia del Componidori.
Nastro:
Sottile fettuccia di colore verde tesa tra due alberi, alla quale è appesa la stella. È cura di addestrati ragazzi tendere il nastro secondo le richieste dei cavalieri prima della discesa alla stella;
Di colore rosso la Domenica e rosa e celeste il Martedì, sottili nastri e fettucce serrano le maniche della camicia e mantengono cilindro e maschera de su Componidori.
Oberaiu: componente del Gremio.
Oberaiu Majori: Presidente del Gremio di San Giovanni.
Pariglia: corsa di cavalli affiancati sui quali i cavalieri si esibiscono in evoluzioni acrobatiche e spericolate facendo sfoggio di abilità e coraggio.
Pervinca: anche Pruninca (dal sardo Pruinca). Pianta erbacea spontanea dai fiori azzurrini e dal lungo stelo, indispensabile per confezionare sa Pippia 'e Maiu.
Pesadori: se usato come aggettivo: cavaliere particolarmente abile nel compiere evoluzioni a cavallo. Se riferito al ruolo svolto nella corsa alle pariglie: cavaliere che compie le acrobazie sul cavallo e quindi contrapposto al punteddu.
Pettorale: quadratino di cartone sul quale viene impresso un numero che, applicato in evidenza sulla testiera di ciascun cavallo, consente l'individuazione dei cavalieri mascherati.
Pippia 'e Maiu: letteralmente bimba di maggio. Doppio mazzo di viole e mammole, innestato su un lungo fascio di pervinca strettamente legato da un panno verde, con il quale su Componidori impartisce la benedizione alla folla.
Porta Mari: fino al 1907 Porta Mari, dominata dalla mole della torre di San Filippo, segnava l'accesso a su Pottu attraverso il suo arco ogivale sito all'ingresso dell'attuale Piazza Mannu, che ne porta soltanto il ricordo. Da Porta Mari il corteo della Sartiglia procede per imboccare la strada del Duomo salutato dal clamore della folla.
Pottu: dal sardo porto. In senso più ampio si riferisce a centro storico, parte della città all'interno delle mura.
Premiazione:
Breve cerimonia nella quale, durante la Sartiglia, il cavaliere che ha infilzato la stella riceve, tra gli applausi della folla e il rullo dei tamburi, una stella d'argento. Nel caso lo stesso cavaliere dovesse ripetersi nel corso della stessa edizione della manifestazione , verrà premiato con una stella d'oro;
Solenne cerimonia nella quale, alla presenza del Sindaco e altre autorità cittadine, sulla base di classifiche stilate da un'apposita giuria, vengono premiate le migliori pariglie e le migliori discese alla stella.
Priorissa: moglie del capo del Gremio, incaricata di presiedere il comitato dei festeggiamenti in onore si San Giovanni o San Giuseppe.
Pro Loco: assieme ai Gremi, alle associazioni dei cavalieri, dei trombettieri, dei tamburini e al comune di Oristano, l'associazione turistica "Pro Loco" si adopera per l'organizzazione della Sartiglia. Negli anni '60, dopo tempi di crisi e con uno sforzo comune, è riuscita a riportare la Sartiglia gli antichi splendori. Oggi promuove iniziative tese spesso a banalizzare la Giostra trasformandola in una qualsiasi kermesse folklorico-turistica.
Punteddu: cavaliere, di solito di stazza massiccia, posto in posizione centrale che, nella corsa alle pariglie, stando ben piantato sulla stella, ha il compito di tenere uniti e allineati i cavalli, al fine di consentire ai compagni pesadores di compiere le evoluzioni acrobatiche in sicurezza. Ruolo oggigiorno in parte superato con il diffondersi del cosiddetto "tre su tre" che prevede tre pesadores.
Regolamento: il regolamento è un vincolo recente. Un tempo la tradizione sui riti della Sartiglia veniva tramandata oralmente di generazione in generazione, così come comportamenti e numero dei partecipanti dipendevano dalle indicazioni Gremi. Oggi il regolamento, pur riconoscendo ai Gremi l'originaria funzione ed esclusivo prestigio e capacità circa la gestione della Sartiglia, stabilisce scelte, numeri e orari un tempo prerogativa dei depositari della tradizione.
Rosetta: anche Coccarda. Elemento fondamentale della bardatura del cavallo costituito da nastri multicolori cuciti insieme in forma circolare a mo' di fiore. Diventa accessorio caratterizzante del costume dei cavalieri e ne riprende motivi e colori. Settimane prima della Sartiglia inizia il rituale della cucitura delle rosette da parte dei familiari dei cavalieri. Vengono cucite sempre in numero superiore alle reali esigenze di bardatura, affinché i cavalieri possano farne omaggio a gentili fanciulle e alla folla dei sostenitori al termine della corsa.
Rullata: i tamburini eseguono vari tipi di rullata che scandiscono con rigore le varie fasi della Sartiglia (Sa Curreba, Ballu Sadru, Su Passu 'e Su Compoidori, 'e Istrada, 'e Sa G.I.L., ' e Tresi, 'e S'Attru Cumpoi ecc.)
Sartiglia o Sartilla: la Sartiglia non è soltanto la corsa alla stella che si svolge l'ultima Domenica e l'ultimo Martedì di carnevale, ma una manifestazione complessa che si articola in più momenti durante l'arco dell'anno: designazione del presidente dei Gremi, feste di San Giovanni e San Giuseppe, nomina del Componidori, vestizione e svestizione del Componidori, cena finale offerta dal Gremio, cerimonia ufficiale di premiazione , ecc. Termine degradato: Sartiglia estiva.
Sartigliedda: creata nel 1980 dall'allora presidente della Pro Loco Luciano Loddo, si corre il lunedì ultimo di carnevale con caratteristiche simili alla Sartiglia, ed è riservata ai ragazzi.
Sartill'e canna: eredità storica di Oristano ed evento spontaneo che, da diversi anni, viene riproposto alla popolazione come emulazione della Sartiglia da parte dei bambini. Viene coordinato dalla comunità di su Brugu, ove si corre sui tipici cavallini di canna la Domenica che precede il carnevale.
Segundu: sta per Segundu Cumpoi. È il primo aiutante del Componidori, cui si affianca alla destra, formando la pariglia insieme a su Terzu. Su Segundu è l'unico per tradizione a correre alla stella con su Stoccu dopo su Componidori.
Spada: arma da offesa provvista di lunga lama appuntita e di impugnatura robusta, in dotazione dei nobili cavalieri. Ad apertura di Sartiglia il Componidori incrocia le spade con su Segundu in segno di sfida, poi adopererà la spada per infilzare la stella. Trepidanti cavalieri attenderanno con impazienza di essere i prescelti per la consegna della spada ed essere così autorizzati a cimentarsi nella stessa prova.
Stella: elemento metallico a sei punte con, al centro, un foro che tende negli anni ad allargarsi. La stella viene appesa a un nastro posto al centro del percorso della Sartiglia e deve essere infilzata dai cavalieri sui cavalli lanciati al galoppo sfrenato. La sua origine misteriosa è da collegarsi con la corsa all'anello medioevale. I significati legati all'atto d'infilzare la stella sono molteplici e, nella tradizione oristanese, riconducono agli auspici per un buon raccolto.
Stoccu: lancia in legno tornito, dall'italiano antico stocco. Il suo uso è prerogativa del Componidori e de su Segundu i quali, come sfida, effettuano le ultime discese alla stella prima di chiudere la corsa, mostrando la loro abilità con su Stoccu. Negli ultimi tempi, alterando la tradizione, è stato permesso l'uso de su Stoccu anche a su Terzu.
Svestizione: cerimonia di chiusura della manifestazione equestre, contrapposta alla vestizione., durante la quale il Componidori riacquista sembianze umane. L'entusiasmo della folla al termine della svestizione esplode quando le massaieddas tolgono la maschera per rivelare il volto sudato e provato del capo-corsa. Fiumi di vernaccia e chili di amaretti accompagnano i festeggiamenti.
Tamburini: insieme ai trombettieri garantiscono la classica colonna sonora della Sartiglia accompagnando il corteo e le varie fasi della manifestazione con i tradizionali e suggestivi ritmi. Durante la corsa alla stella e alle pariglie incitano cavalli e cavalieri con prolungate rullate.
Tavolo: la cerimonia della vestizione avviene sul tavolo; dal tavolo il Componidori salirà sul cavallo e, dopo la giostra, tornerà sul tavolo; il tutto senza mai contaminarsi toccando per terra.
Terzu: sta per Terzu Cumpoi. Terzo componente della pariglia del Componidori e suo aiutante di campo. Negli ultimi anni ha interrotto la tradizione correndo alla stella con su Stoccu dopo su Componidori e su Segundu.
Trombettieri: con il loro tipico duplice squillo di tromba (il primo corrisponde all'ATTENTI, il secondo alla CARICA ) di origine militare sottolineano i momenti cruciali della manifestazione e soprattutto avvisano la folla della partenza dei cavalieri. Nei momenti morti intrattengono e sollazzano la folla con furbesche false stonature.
Vernaccia: vino pregiato, tipico dell'oristanese. Largamente utilizzata per brindare durante le fasi più solenni e toccanti, costituisce la bevanda ufficiale della Sartiglia. È tradizione che il Componidori, prima di indossare la maschera, beva tutto d'un fiato il bicchiere di vernaccia, dopo averlo sollevato verso la folla in segno di omaggio.
Vestizione: complesso cerimoniale nel quale la persona che ha ricevuto l'investitura diventa Componidori. Negli anni passati si svolgeva in assoluta riservatezza a casa del Presidente del Gremio. Oggi la vestizione si svolge in locali ampi ed è pubblica. Ha perso sicuramente qualcosa dell'originario raccoglimento ma quei gesti cerimoniali scanditi da trombe e tamburi suscitano ancora in tutti una grandissima emozione.
Zippole: economiche ma gustose frittelle di origine araba e a base di semola che, sebbene non strettamente legate alla Sartiglia, costituiscono il tipico dolce del Carnevale oristanese. Di grande successo la Zippolata del giovedì grasso sotto la torre di Mariano II, in pieno centro, dove abili massaieddas in costume friggono e distribuiscono alla folla le saporite frittelle.