La Vestizione

Nei giorni di Sartiglia: La Domenica e il Martedì alle 12.30 circa, su Componidori esce dalla casa del Presidente del Gremio su Majorali , accompagnato dal rullo dei tamburi e dagli squilli di tromba, per recarsi nel luogo dove avverrà la vestizione. In passato questa si svolgeva nella casa del presidente del Gremio ed era concesso a pochi assistervi. Oggi questa cerimonia si svolge in ambienti molto più ampi per permettere la partecipazione di molte persone. Il Gremio dei Contadini rinnova già da parecchi anni questo rito nella sede di via Aristana.

La vestizione è una cerimonia lunghissima e suggestiva che viene eseguita in un luogo chiuso ad opera di giovani donne in costume, is Massaieddas. Il silenzio è assoluto, rotto solo dagli squilli di tromba e dal rullare dei tamburi. Inizia nel momento in cui il cavaliere designato sale su un tavolo addobbato con una elegante coperta e cosparso di petali di fiori, di grano e di altri simboli di fecondità. Da questo momento fino alla conclusione della corsa non potrà più mettere piede a terra.

Is Massaieddas, anch’esse salgono sul tavolo dove troneggia uno scanno sardo per la vestizione, i cesti con gli indumenti sono sistemati nei tavoli vicini. La vestizione è guidata da un’abile esperta sa Massaia Manna, in passato se ne occupava la moglie e su Majorali.

Il ruolo delle Massaieddas e della Massaia Manna è di grande importanza, infatti hanno loro il compito di trasformare un uomo in "Componidori", un semidio la cui maschera lignea androgina, maschile e femminile allo stesso tempo occulta, mediante un rito ricco di emozioni e simbologie, ansie, gioie e dolori.Dal tavolo, una volta conclusa la vestizione, su Componidori salirà direttamente sul cavallo. Is Massaieddas provvedono dapprima a infilargli l’ampia camicia di lino, poi a fargli indossare i calzoni di pelle esu coiettu, un giaccone senza maniche che lascia libere quelle candide della camicia, strette da tre fiocchi di seta (rossi per il Gremio dei Contadini, rosa e celesti per quello dei Falegnami), e su cintu, la larga cintura di cuoio finemente lavorata.

Il volto viene fasciato con ampie bende di seta per poggiarvi l’antica maschera lignea dai delicati lineamenti androgini, e bande di seta per tenerla ben ferma. Al di sopra un’ampia mantiglia ricamata (velo bianco) e il cilindro nero. A vestizione ultimata, dopo che gli è stata appuntata sulla mantiglia una camelia rossa, su Componidori monta in sella al cavallo fatto entrare all’interno del locale, stando bene attento a non poggiare piede in terra. Riceve dal presidente del Gremio sa Pippia ‘e Maiu ("la bambola di Maggio", un nome anch’esso arcano), un doppio mazzo di viole simbolo dell’imminente primavera.

Un fascio di steli di pervinca ne forma l’impugnatura, all’estremità tanti piccoli mazzetti di viole ben stretti e inumiditi da dell’ovatta.

Sono tante le persone che la notte che precede la Sartiglia lavorano per realizzare sa Pippia ’e Maiu, elegante e comoda (su Componidori deve poter impugnare redini e Pippia facilmente).

Su Componidori esce all’aperto attraversando l’ingresso disteso supino sul cavallo. Bello e sacro sul suo destriero finemente bardato, su Componidori compare finalmente all’esterno benedicendo la popolazione con sa Pippia ‘e Maiu. Lo accolgono applausi scroscianti e lanci di grano e di fiori da parte de sa Massaia Manna con la tradizionale esortazione: «Santu Giuanni t’assistada» (per il Gremio dei Contadini), o «Santu Giuseppi t’assistada» (per il Gremio dei Falegnami).